Educazione e Paura

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A cosa serve aver paura?

 

Non abbiamo niente da temere, eccetto la paura stessa. (1)

Dei bambini che crescono bene non temono la vita se i loro genitori sono abbastanza integri da non temere la morte. (2)

 

Dalla vergogna al panico, passando dall’ansia all’inquietitudine, la paura (3) sta dietro a ciò che mi muove e muove il mondo umano. Ho paura

della solitudine: l’abbandono, il rifiuto, l’insignificanza...

dell’ignoto: l’insicurezza, la perdita di controllo, il giudizio degli altri...

della sofferenza e la morte: l’estinzione dell’ego, le emozioni...

 

E’ la paura che è all’origine del mio senso di colpa, della mia vergogna, della mia ansia, della mia disperazione, della mia gelosia, della mia inferiorità, della mia incapacità, della mia sottomissione, del mio stress, della mia rivalità, del mio odio, della mia abbandonite (4) ...

Ma anche del mio gusto per il potere, della mia arroganza, della mia collera, della mia vendetta, della mia avidità, della mia temerarietà, della mia superiorità...

 

Provo paura ogni volta che mi sento in pericolo o minacciato o quando temo di non avere le risorse necessarie per fare fronte alle cose. Sono io il responsabile di tali sentimenti e di tali

giudizi.

 

Ho paura di ciò che potrebbe accadere – e non di ciò che sta accadendo. Ho Pura di un futuro, immediato o lontano, ebbene, il futuro è solo una mia costruzione mentale, creata a partire dalla mia memoria del passato. Quindi la mia paura è legata al mio attaccamento ad un’immagine del mio io ideale, alla mia identità. Posso allora combattere la mia paura, sdrammatizzare la minaccia o addirittura rinforzare la mia autostima, o entrambe le cose. Così facendo le do (il mio) corpo, le do consistenza ed esistenza.

 

La mia paura viene dai tempi in cui bambino, piccolo e sprovveduto, ero alla mercè dei miei adulti che mi nutrivano – i quali portavano con sè anche le loro paure infantili... E se mi dimenticassero? E se mi abbandonassero? In quel momento ho imparato cos’è la paure (5)  da quel momento abiterà nella mia vita, se non mi si aiuta a crescere, se non riesco a crescere. “Le paure infantili latenti sono utilizzate, addirittura coltivate, da abili capi, da gruppi d’interessi, per ingrandire i pericoli agli occhi della gente o per fare loro ignorare il pericolo fino a quando non è poi troppo tardi (6)

Può essermi questa paura, tanto necessaria? Che cosa mi impedirebbe di vivere senza paura? Ho mai provato a pensarci? Non di risolvere o combattere la paura – il che la vivifica e le dà esistenza e consistenza, ma di dissolverla (7) ?

La domanda non è: “di che cosa ho paura?”, ma “che cos’è la mia paura?”. Non c’è che una sola paura, profonda, arcaica (8) , ingiustificata, che mi apporta più sconforto che piacere, che ormai conosco e nutro. La accolgo, la riconosco e l’accetto.

Sensa ansia, la osservo e la amo.

Non è questa la migliore educazione che posso offrire a me stesso e agli altri? (9)

 

            Jean-Pierre Lepri

 


 2   Erik Erikson, Enfance et société, p. 180. Finché avremo paura della vita, avremo paura della morte. Krishnamurti, Se liberer du connu, Livre de poche, p. 77).

 

 


3   Si tratta della paura psicologica e non della paura fisiologica dinnanzi ad un pericolo reale e immediato.


6   Erik Erikson, Enfance et société,  p. 273.


9   « Nel corso della nostra gioventù, nella maggior parte delle nostre case e delle nostre scuole, ci instillano la paura. Nè i genitori, nè i maestri hanno la pazienza, il tempo o la saggezza di dissipare le paure istintive dell’infanzia, le quali, man mano che diventiamo grandi, dominano il nostro comportamento e i nostri giudizi, e creano numerosi problemi.», Krishnamurti, De l’Éducation, p. 28.

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