Gestione delle devianze
Ges
Provocatori e isolatori
Una sorta di provocazione alla devianza si fonda su una visione troppo pessimista dei giovani immigrati e su un’ostilità di fondo nei loro confronti. Troppo spesso si tende a considerarli come degli incorregibili devianti e già delinquenti, questo può spingerli definitivamente verso la delinquenza effettiva.
Al contrario gli isolatori di devianza vedono diversamente questi giovani, pensano che non si tratti necessariamente di ragazzi irrecuperabili e che l’autoritarismo non possa essere il modo migliore per lavorare con loro.
Questa dicotomia che oppone gli isolatori ai provocatori di devianza, la si ritrova nelle nozioni di “coercizione” e “incorporazione”
Le pratiche di insegnamento e di amministrazione che possono contribuire a produrre la devianza negli studenti, sono dette “interne” alla scuola, in opposizione ai “fattori esterni” come la famiglia, il vicinato, il quartiere, l’appartenenza di classe. La produzione interna della devianza scolastica si presenta come un effetto istitutivo.
L’apprendimento della dissociazione
E’ necessario prendere in considerazione l’origine sociale dei giovani che producono alcuni tipi di sottoculture, senza negare il fattore generazionale, ma piuttosto relativizzandolo.
Le sottoculture giovanili sono attive nel tempo libero, in reazione alle frustrazioni vissute nel tempo del lavoro, solo qui i giovani possono ritrovare una certa autonomia, un’espressione collettiva di se stessi e un’identità, al prezzo di una dissociazione che è cominciata a scuola, in cui si deve imparare a sopportare poi più tardi, la noia del lavoro manuale.
Tratto da "Microsociologie de la vie scolaire" Georges Lapassade, trad. di Giusi Lumare